Vi avevamo parlato nei giorni scorsi di come l'inflazione e la crisi avessero portato a un vero e proprio boom dell'usato. Sembra che gli effetti di tali eventi finanziari si ripercuoteranno anche sulla più importante piattaforma di vendita di videogiochi online.
Stiamo parlando ovviamente di Steam, piattaforma Valve che conta una media di circa 70 milioni di utenti al giorno e un record recentemente raggiunto di 30 milioni di utenti connessi contemporaneamente. Nonostante il mercato di key di giochi di negozi terzi sia altrettanto sviluppato, potete bene immaginare la quantità di denaro che gira intorno alla gallina dalle uova d'oro di Gabe Newell.
Nonostante ciò, è notizia di pochi giorni fa che i vertici di Steam abbiano deciso di aumentare il prezzo consigliato dei giochi su Steam in moltissimi territori. Lo si può vedere nella seguente tabella, pubblicata direttamente da Valve:
Se alla regione Euro va "discretamente" bene con un incremento del 18% (un gioco che costava 49,99€ ne costerà 58,99€), ci sono altri territori che se la vedono decisamente peggio: prima tra tutti l'Argentina, con un aumento incredibile del 485% sul prezzo consigliato, ma anche gli amici turchi non saranno sicuramente contenti vista la percentuale di aumento prevista al 454%.
Ora, va ribadito che si tratta di prezzi consigliati e non obbligatori, ma, considerato che Valve si intasca una bella percentuale per ogni acquisto effettuato sulla sua piattaforma, sembra più che logico per developers e publishers adattarsi a questi aumenti per evitare di accusare riduzioni importanti dei profitti. D'altro canto, però, non bisogna dimenticare che la pirateria è sempre dietro l'angolo e che, sebbene gli ultimi studi risalenti al 2017 indichino che quest'ultima non infici più di tanto sulle vendite generali non solo dei videogiochi, un aumento massiccio del fenomeno dovuto ai rincari generali (non solo dei videogiochi, che sono un bene "di lusso", ma dei prodotti primari) potrebbe completamente ribaltare gli scenari.