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Aka - La Recensione (Switch)
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Aka - La Recensione (Switch)

 

Se il 2022 mi aveva regalato la possibilità di giocare nei panni del mio animale preferito in assoluto con Stray (qui la nostra recensione), il 2023 si apre concedendomi l'imperdibile opportunità di impersonare il mio secondo animale preferito in assoluto: il panda rosso. Che poi alla fine c'entra anche in questo caso un gatto visto che il one-man studio che ha sviluppato il titolo si chiama proprio Cosmo Gatto, pseudonimo dietro cui si trova un ex-animatore della DreamWorks.

Parlo di 2023 perchè, nonostante il titolo sia uscito ormai quasi un mese fa, i vari impegni della ingrata vita da studente universitario mi hanno concesso la possibilità di approfondire la mia esperienza con Aka solo con il principio dell'anno nuovo. Ringraziando l'editore NEOWIZ per averci fornito una copia del gioco per Nintendo Switch, lasciate che vi parli un po' di questo life-sim e del suo tenerissimo protagonista.

 

 

Alla ricerca della pace interiore

 

In aperto contrasto con il suo aspetto "carino e coccoloso", Aka ("rosso" in giapponese) è in realtà un soldato veterano. L'incipit narrativo ci mostra proprio il tenero panda rosso di ritorno dalla guerra, costretto a venire a patti con le terribili esperienze vissute, gli amici persi per sempre e una vita a pezzi da ricostruire poco per volta. E quale posto migliore dove ricominciare a vivere e ricercare la pace interiore se non un'isola abitata da un caro vecchio amico?

Questa è, in sostanza, l'unica porzione lineare della trama di Aka, visto che, da qui in poi, la narrazione avverrà in maniera non convenzionale e si fonderà principalmente sui dialoghi che avremo con il variegato cast di animaletti NPC con cui entreremo via via in contatto. 

 

 

Al giocatore viene peraltro lasciata completa libertà nel decidere come trascorrere le proprie giornate nella verde e rigogliosa isola di Pine Tree, ma in linea di massima si tratterà di esplorare a fondo l'isola, conoscere i suoi abitanti e dedicarsi a crafting e agricoltura. D'altronde ben poche istruzioni ci vengono date su come giocare e dovremo scoprire gran parte dei meccanismi di gioco da soli. Per esempio, durante l'esplorazione potremo notare una monorotaia che ci porterà direttamente al Villaggio dell'isola, dove potremo fare ulteriori conoscenze nonchè visitare diversi negozi.

Interagendo con gli altri abitanti dell'isola potremo ottenere delle quest, principalmente fetch quest, che serviranno semplicemente a dare un minimo di indirizzo e "purpose" al nostro gameplay, che altrimenti potrebbe benissimo limitarsi al giardinaggio e all'esplorazione. Una delle quest presenti nella build da noi provata era però necessaria a riparare la barca con cui avevamo raggiunto precedentemente l'isola, per poter esplorare l'arcipelago di isolotti circostanti, ovvero Maple Island, Bamboo Island e Palm Island, ognuna con un paesaggio caratteristico. La quest è stata però rimossa durante il nostro playthrough tramite una patch, lasciandoci quindi un po' sbigottiti quando, nonostante non l'avessimo ancora completata, la barca ci stava comunque aspettando bella e pronta ancorata al molo.

 

 

La bellezza degli scenari è merito anche del particolare stile artistico scelto dall'autore, una tecnica che fa sembrare le ambientazioni di Aka uscite da un dipinto. Il suo passato da animatore è innegabile e riscontrabile anche nei piccoli dettagli come il movimento della coda e delle orecchie di Aka, o la tenerissima alimentazione di quando si nutre (mangiare non è assolutamente necessario ma ammetto di averlo fatto più volte solo per vedere Aka sgranocchiare la carota o il panino di turno). La visuale isometrica si sposa benissimo con lo stile artistico scelto che, nell'insieme, rappresenta probabilmente il maggior punto di forza del titolo di Cosmo Gatto.

Ma nonostante i paesaggi ameni che lo circondano e il radicale cambio di vita che ha compiuto, Aka è comunque vittima dei fantasmi del suo passato che lo visiteranno "fisicamente" nelle vesti di NPC con cui interagire per cercare di fare ammenda per i peccati del suo passato. Una nota melanconica che abbiamo particolarmente apprezzato e che velatamente convive con l'apparente leggerezza e tranquillità del titolo.

 

 

 

Non è tutto oro quel che luccica

 

Mi duole dirlo ma è meglio essere schietti: gli aspetti positivi di Aka finiscono qui.

Il concetto di fondo è sicuramente apprezzabile e la realizzazione grafica è assolutamente graziosa e ben riuscita. E se questo a una prima occhiata può bastare, con lo scorrere delle ore ci si rende conto di tanti difetti che rendono l'esperienza con Aka tutt'altro che rilassante e spensierata

Il principale colpevole è sicuramente l'aspetto tecnico: la versione Switch da noi provata soffre di cali di frame rate davvero fastidiosi e costanti durante l'avventura, qualsiasi siano le circostanze. Questo problema però passa assolutamente in secondo piano di fronte a quello che, personalmente, ho trovato essere il difetto principale che mi ha impedito di godermi a fondo il titolo: i caricamenti. Sono troppi, sono lunghi, sono irritanti. Che si tratti di entrare in un edificio o trasferirsi da un'isola all'altra (cosa che tra l'altro dovremo fare spesso se decideremo di provare a portare a termine qualche quest), la schermata di caricamento sembrerà essere costantemente a schermo durante ogni sessione di gioco.

 

 

Altro aspetto non trascurabile sono i glitch e bug che possono anche compromettere gravemente i progressi di gioco. A noi, fortunatamente, ne è capitato solo uno, tra l'altro estremamente buffo, dove Aka rimaneva bloccato in una specifica posa dopo la chiusura dell'inventario, costretto a spostarsi scivolando sul terreno in quella posizione. A discolpa del buon Cosmo Gatto, che ricordiamo essere l'unica persona a lavoro sul titolo, diverse patch sono già state rilasciate per cercare di risolvere almeno i problemi più frequenti e frustranti.

Ma se dal punto di vista tecnico il titolo può sicuramente venir migliorato nel tempo, temiamo che la componente del gameplay possa essere una spina nel fianco che difficilmente potrà essere rimossa. Sebbene ci siano degli spunti di gameplay interessanti, la monotonia ben presto prende il sopravvento e spesso ci è capitato di sentirci persi, indecisi sul da farsi. Proprio come indeciso sembra essere il titolo sulla sua identità, al limite tra un life-sim e un gioco di ruolo appena abbozzato. 

 

 

 

In conclusione

 

Aka è stata, a malincuore, un'esperienza deludente. Dietro un incipit intrigante e uno stile grafico piacevole e ottimamente realizzato, si nasconde un'opera grezza e in crisi di identità, afflitta, come se non bastasse, da problemi tecnici e di performance che impattano inevitabilmente sull'esperienza di gioco complessiva. La tranquillità e la pace interiore che, teoricamente, avremmo dovuto ricercare assieme al nostro dolce panda rosso, si sgretola di fronte all'ennesimo caricamento o bug che ci si trova costantemente di fronte. Lo sviluppo in solitaria è sicuramente un'impresa complessa e Aka ne è il perfetto esempio. Peccato.

 

 

5.7Voto KotaWorld.it8Grafica5Gameplay4Ottimizzazione

 

 

 

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