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Abalon - La Recensione (PC)
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Abalon - La Recensione (PC)

 

Abalon è un gioco indie che mescola influenze dei giochi da tavolo, dei giochi di ruolo à la D&D e dei giochi di carte stile MtG, il tutto condito in salsa rogue-like...insomma l'apogeo della "nerditudine". Sviluppato da D20 Studios e pubblicato da WhisperGames, Abalon è uscito lo scorso 11 maggio su Steam raccogliendo peraltro buone recensioni da parte dei giocatori che lo hanno acquistato e giocato. Andiamo a vedere se, come diceva il buon Severus Piton, "la fama non è tutto".

 

 

Tu sei la Guida

 

Appena avviato il gioco ci verranno subito proposte le tre modalità di gioco principali: il tutorial, ovviamente, per apprendere le fondamenta del gameplay di Abalon e sbloccare un Summoner (ovvero un personaggio giocabile); la modalità Battaglia, in cui potremo divertirci affrontando schermaglie con party e mazzi prestabiliti vedendo quanto riusciremo a sopravvivere; e ultima, ma sicuramente non meno importante, la modalità Avventura, in cui, scelto uno tra i 20 Summoners disponibili (andranno sbloccati progressivamente compiendo determinate gesta o raggiungendo taluni obiettivi), ci lanceremo alla scoperta di uno tra i vari biomi presenti nel titolo, alla ricerca del rispettivo boss da sconfiggere.

 

 

In Abalon non esiste una vera e propria storia, ma le varie Avventure a cui daremo vita saranno condite da una lore che potremo scoprire esplorando l'ambiente circostante e scoprendo frammenti narrativi più o meno utili al godimento dell'esperienza di gioco. Sempre esplorando potremo fare incontri più o meno fortunati: potremo assoldare mercenari che si uniranno al party, oppure liberare una chimera dalla trappola in cui era finita e convincerla a combattere per noi. L'esito di questo e altri incontri casuali viene deciso tramite il lancio del buon vecchio dado a venti facce che i giocatori di ruolo conosceranno fin troppo bene: numeri bassi presuppongono un esito negativo dell'interazione, risultati intermedi un esito neutro, risultati alti un esito positivo. I dadi sono una risorsa importante che potremo accumulare e addirittura utilizzare in massa qualora un determinato lancio ci sembri fondamentale per la buona riuscita della run (lanciando più dadi contemporaneamente aumentano ovviamente le probabilità di un tiro vincente).

 

 

In tutto questo noi rappresentiamo La Guida, un'entità superiore che appunto guida il cammino del Summoner, dei suoi compagni di party e delle creature evocate tramite il grimorio di carte di cui l'evocatore è equipaggiato. È stato buffo vedere come, nell'attesa di ricevere un comando, le varie unità guardino verso di noi, ovvero verso il loro cielo, uno sguardo che fa presto a trasformarsi da uno di piena fiducia a uno di rassegnata delusione qualora la nostra strategia faccia poi acqua da tutte le parti.

 

E poi tocca combattere...

 

Fino al primo fight l'esperienza con Abalon è tutto sommato positiva: si esplorano dungeon, si raccolgono tesori, si aggiungono nuove carte a potenziare il nostro grimorio, si partecipa a feste di compleanno goblin a sorpresa...insomma, ci si diverte. Capita poi di aprire la porta sbagliata e ritrovarsi accolti da una schiera di nemici che non aspettavano altro che un evocatore da malmenare. E se state pensando che i primi combattimenti siano stati programmati con clemenza...vi sbagliate di grosso.

 

 

All'inizio dell'avventura è possibile scegliere tra tre diversi livelli di difficoltà che gestiscono il numero di vite bonus a disposizione prima del game-over nonchè la pericolosità e letalità dei nemici che ci metteranno i bastoni tra le ruote: ecco, vi basti sapere che si muore come niente anche al livello di difficoltà principiante. E voi direte: "ma War è un rogue-like, è ovvio che si muoia!". Ma certamente o' villici, vi rispondo io citando il buon Scottecs, ma si supporrebbe che ogni morte ci garantisca un qualcosa, in forma di potenziamento, esperienza, armamento in grado di poter ritornare in quel f****o dungeon e aprire un po' di scheletrici deretani. Invece no, Abalon ci permette di conservare solamente le carte ottenute. Per carità, meglio di niente, ma scoprirete molto presto come l'utilità delle varie carte, che tra l'altro sono usa e getta durante la run, è abbastanza limitata di fronte alla potenza e alla libertà di azione dei nemici un minimo più pericolosi dei classici topi di fogna (che se poi vogliamo dirla tutta i topi davano un certo che da fare in Dark Souls...ma quella è un'altra storia).

 

 

Insomma il combattimento ci è sembrato un pelo mal bilanciato, a sfavore del giocatore ovviamente, soprattutto per quanto riguarda la meccanica del contrattacco: in sostanza se attaccheremo un nemico frontalmente questo, se non "overkillato" (ovvero ucciso levandogli molti più HP rispetto a quelli che possiede), potrà comunque contrattaccarci e poi crollare al suolo morto. Se a questo aggiungiamo il fatto che saremo spesso e volentieri in numero inferiore ai nemici, che questi saranno dotati spesso di scudo per parare il primo attacco frontale, e che la mobilità di gran parte delle creature alleate è davvero bassa...beh le imprecazioni si sprecano, davvero.

 

Celo celo, manca

 

Quello che assolutamente non manca in Abalon è la varietà di carte disponibili, parliamo di oltre 400. Creature, equipaggiamenti, incantesimi, c'è davvero di tutto per realizzare un mazzo con i contro. Peccato che per riuscire a collezionarle tutte bisogna davvero soffrire le pene dell'inferno sottoponendosi a scontri al limite dell'ingiustizia. Lo stesso vale per i 20 Summoners, di cui solo tre sono utilizzabili dal principio e che, a meno che non diventiate degli assidui giocatori di Abalon, dubitiamo riuscirete a poterli utilizzare tutti, con le loro peculiarità e stili di gioco prediletti.

 

 

Per riuscire ad apprezzare la notevole quantità di contenuti, sinergie, strategie possibili nel titolo di D20 Studios bisogna passare sopra a dei difetti di game design un po' troppo grossolani e, forse, non tutti hanno il coraggio per intraprendere questa ardua quest.

 

Tecnicamente parlando

 

Abbiamo testato Abalon sulla seguente configurazione:

 

AMD Ryzen 7 3700x @ 3.60 GHz

Gigabyte RTX AORUS Master 3080 Ti 12Gb

Corsair Vengeance RGB RT 32GB DDR4 3600MHz

Monitor LG 34GN850 a risoluzione 3440x1440 (21:9)

 

Dal punto di vista tecnico Abalon non ha dato veri e propri problemi, escludendo un isolato soft-lock che non si è più ripetuto. Il gioco sembra realizzato per un'esperienza mobile al volo e quindi non ha dato alcun tipo di problema alla nostra configurazione. Non sappiamo se sia giocabile su Steam Deck ma crediamo che l'esperienza sulla portatile di Valve sia davvero quella più azzeccata per un titolo come questo.

Passato poi al punto di vista artistico non possiamo nascondere la delusione nel notare come lo stile degli artwork pubblicati precedentemente all'uscita, carichi del carisma, non sia stato poi traslato in game, in cui ritroviamo una grafica cartoon parecchio anonima, sia per quanto riguarda ambientazioni e personaggi, sia, soprattutto, per quanto riguarda le carte. Lo stesso vale per le animazioni, veramente minime e legnose a dir poco.

A salvare un po' la baracca sopraggiunge il sonoro che, sebbene sia lungi dall'epicità medieval-fantasy raggiunta da Howard Shore ne "Il Signore degli Anelli" (e ci mancherebbe), allieta l'esperienza di gioco e ben si adatta alle varie instance.

 

In conclusione

 

Forse siamo stati un po' troppo duri con Abalon quindi intendiamoci, il gioco è divertente, spinge a un approccio strategico e permette di passare innumerevoli ore a collezionare carte per realizzare il proprio mazzo vincente. I problemi di bilanciamento però, ahinoi, rendono le ore spese sul titolo di D20 un pelino eccessivamente frustranti tanto che, qualora ci giochiate su Steam Deck (sempre se sia possibile), potreste mettere a rischio l'integrità del vostro gioiellino di casa Valve. Stilisticamente poi, non ci ha proprio convinto, ma quelli sono gusti e di quelli non est disputandum.

 

6.2Voto KotaWorld.it5Grafica6.5Gameplay7Ottimizzazione

 

 

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