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Câè un certo tipo di paura che non nasce dai jumpscare o dallâadrenalina, ma dal silenzio di un corridoio buio, dal rumore distante di passi sconosciuti, o da un enigma che non vuoi davvero risolvere. Tormented Souls 2, riporta in vita lâessenza del survival horror piĂš autentico, cercando di catturare il fascino e la tensione dei grandi classici del passato.
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Tra fede e follia: la storia di Caroline Walker
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Il gioco riprende le vicende pochi mesi dopo gli eventi del primo capitolo. La protagonista è ancora una volta Caroline Walker, una giovane donna segnata dagli orrori vissuti in passato, ora decisa a indagare sulle inquietanti visioni della sorella Anna. La trama ci porta a Villa Hess, un antico convento che trasuda misteri e peccati sepolti nel tempo.
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Il treno di Dual Effect ci porta in un viaggio nella follia, fatto di simbolismo religioso, presenze demoniache e visioni disturbanti. La storia non brilla per originalità , ma riesce comunque a coinvolgere grazie al suo tono volutamente esagerato in pieno stile retrò. Tra dialoghi sopra le righe e scene surreali, Tormented Souls 2 dimostra di sapere esattamente che tipo di horror vuole essere: un omaggio senza compromessi ai classici che hanno definito il genere.
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Unâestetica dâaltri tempi
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Se Tormented Souls 2 riesce a distinguersi, è soprattutto grazie alla sua atmosfera visiva e artistica. Ogni location di Villa Hess è curata nei minimi dettagli, restituendo un senso di decadenza e oppressione che ricorda i migliori survival horror di fine anni â90. Le luci tremolanti, le ombre nette e i riflessi del fuoco sulla pietra consumata creano un contrasto costante tra sacro e profano, trasformando la luce e lâoscuritĂ in veri strumenti di gameplay: il fuoco guida il percorso, rivela indizi nascosti e segna la differenza tra sicurezza apparente e pericolo imminente. Ogni ambiente invita allâesplorazione, ma anche alla diffidenza: dietro una porta socchiusa o un corridoio silenzioso può celarsi tanto un indizio prezioso quanto un incubo pronto a colpire.Â
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La direzione artistica riesce a mantenere alta la tensione anche nei momenti piÚ tranquilli, sfruttando sapientemente il timore dell'ignoto. Il risultato è un mondo disturbante e coerente, capace di evocare un senso di disagio costante senza ricorrere a eccessi grafici o jumpscare.
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Combattere (a fatica) nellâoscuritĂ
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Il gameplay mette subito in chiaro che la sopravvivenza è un atto di vulnerabilitĂ costante. Caroline si muove con controlli rigidi e la telecamera fissa spesso trasforma anche un semplice corridoio in unâesperienza frustrante. A rendere tutto piĂš complesso è il buio opprimente: la protagonista teme lâoscuritĂ e senza una fonte di luce può entrare in panico, rallentando i movimenti e rischiando la morte. Il fuoco del suo accendino diventa cosĂŹ unâarma strategica oltre che atmosferica: non illumina solo il percorso, ma rivela oggetti nascosti, segnala indizi e permette di affrontare o evitare i nemici. Tuttavia, questa meccanica può rivelarsi anche limitante; spesso ci si trova disarmati o incapaci di reagire rapidamente quando un nemico emerge dallâombra.
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Le armi disponibili sono lente e poco maneggevoli, e combinare lâazione dei comandi rigidi con nemici aggressivi rende ogni scontro un equilibrio precario tra tensione e frustrazione. I boss, in particolare, mettono in evidenza questo problema: telecamere che cambiano angolazione, armi inefficienti e nemici che sembrano ignorare i colpi ricevuti trasformano alcuni scontri piĂš in sfide con il sistema di controllo che con lâavversario stesso.
In definitiva, il combattimento di Tormented Souls 2 è volutamente stressante, evocando quel senso di impotenza che caratterizzava i grandi titoli retrò, ma rischiando di spezzare la tensione per chi cerca unâesperienza piĂš moderna e fluida.
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Enigmi vecchia scuola
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Uno dei punti di forza di Tormented Souls 2 sono senza dubbio gli enigmi, progettati per mettere davvero alla prova il giocatore. Dalle serrature piĂš complesse ai codici criptici, dai piccoli puzzle inventivi allâuso combinato degli oggetti nellâinventario. La logica degli enigmi può spesso sembrare illogica o volutamente cervellotica, ma è proprio questo a conferire al gioco il suo sapore retrò: lâansia di aver perso un indizio fondamentale, la soddisfazione di aprire finalmente una porta apparentemente impossibile e la sorpresa di scoprire cosa si cela dietro ogni nuova stanza.
Il backtracking diventa parte integrante del design: permette di rivisitare ambienti già esplorati con nuovi strumenti o chiavi, ampliando la sensazione di mondo vivo e interconnesso. A volte frustranti, altre volte geniali, questi rompicapi costituiscono il cuore pulsante del gameplay, regalando momenti di tensione e soddisfazione in egual misura. Per chi ama gli enigmi vecchio stile, risolverli è un piacere quasi nostalgico, un tuffo nel passato dove ogni oggetto e ogni dettaglio potevano rivelarsi decisivi.
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"Ugh⌠I think someone played a little game here."
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Dove il passato diventa frustrazione
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Pur omaggiando i vecchi classici, Tormented Souls 2 non è esente da limiti evidenti. I comandi rigidi, le telecamere fisse e la gestione macchinosa del combattimento rendono a volte lâesperienza piĂš frustrante che coinvolgente, soprattutto durante gli scontri con nemici o boss.Â
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Le armi, lente e poco precise, uniscono alla tensione tipica del genere una sensazione di impotenza che può risultare esasperante per chi non è abituato a questo tipo di gameplay. Anche il backtracking e la struttura dei livelli, sebbene ben progettati, richiedono pazienza e attenzione ai dettagli, elementi che possono trasformare momenti di esplorazione in lunghe pause di frustrazione, soprattutto quando si perde un oggetto chiave o un indizio importante. Tuttavia, per i puristi del genere, queste difficoltĂ fanno parte del fascino, richiamando la sensazione di impotenza e tensione dei classici horror anni â90.
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Un omaggio riuscito (ma imperfetto) ai maestri del terrore
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Tormented Souls 2 riesce a evocare lâatmosfera dei survival horror piĂš amati, offrendo unâesperienza tesa e ricca di personalitĂ , ma paga il prezzo della sua fedeltĂ al passato. Un titolo consigliato a chi cerca nostalgia e sfida, meno a chi preferisce un horror piĂš moderno e fluido. Nonostante la storia non brilli per originalitĂ , resta un omaggio riuscito ai classici del genere, capace di ricordarci perchĂŠ ci siamo innamorati del genere: per quel mix di tensione, curiositĂ e paura che ti tiene incollato allo schermo, anche quando vorresti distogliere lo sguardo.
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